Quando dieci anni fa abbiamo aperto Zandegù, ci è capitato di collaborare con moltissimi e moltissime freelance. Abbiamo anche seguito con grande interesse l’evoluzione del Freelancecamp, progetto dedicato alla realtà del lavoro indipendente, nato nel 2012 da un’idea di Miriam Bertoli, Gianluca Diegoli e Alessandra Farabegoli. Grazie a questo evento, siamo entrati in contatto con un sacco di persone davvero in gamba, professionali, precise e puntuali. Ci è sembrato naturale rivolgerci a questo mondo quando, soprattutto all’inizio, abbiamo sentito la necessità di costruire una rete di professionalità per i nostri corsi e i nostri ebook.
Quando abbiamo partecipato agli incontri del Freelancecamp, uno degli argomenti più gettonati era quello del cambiamento. Sì perché alcun* freelance (non tutt*) erano diventat* tali grazie a un cambio radicale e dopo aver sperimentato, magari per molti anni, la vita da dipendenti.
Il cambiamento non è mai indolore
Le forze in campo, pronte a fronteggiarsi (so che le metafore guerrafondaie di questi tempi non sono il massimo, ma ho appena visto Niente di nuovo sul fronte Occidentale, quindi porta pazienza), erano più o meno sempre le stesse: da una parte la Libertà, la Gestione del tempo, l’Organizzazione in autonomia degli spazi e delle metodologie di lavoro; dall’altra la Sicurezza, la Tredicesima, l’Orario di lavoro al di fuori del quale si poteva staccare la spina.
Lo scontro si evolveva in una specie di guerra di trincea e, dopo anni di logoramento, la Libertà si faceva largo. La Vittoria freelance però si portava dietro alcuni fantasmi chiamati Tasse, Ansia e Clienti da trovare.
Una delle cose che mi affascinava di quei e quelle freelance era la loro capacità, a un certo punto, di buttarsi e provare a cambiare radicalmente la propria condizione. All’epoca ero una persona piuttosto timorosa, avevo tenuto a lungo un lavoraccio con pagamenti a singhiozzo senza battere ciglio, proprio per la paura di cambiare.
Vedere come alcune persone fossero in grado di ribaltare le proprie vite, abbandonando apparenti sicurezze per fare il grande salto nel lavoro autonomo, mi affascinava. A volte erano addirittura cambiamenti multipli: persone che erano prima dipendenti, diventavano freelance, salvo poi riagganciare il posto fisso per le ragioni più disparate (no, non ho detto disperate!). Il motore, anche in questi casi, era sempre quello: il cambiamento.
Cambiare dopo una pandemia
Facendo un fast forward di dieci anni in avanti, quei pochi coraggiosi freelance sono diventati sempre di più. La pandemia ha definitivamente scardinato l’utopia del posto fisso (anche se in giro si dice che mai come di questi tempi sia facile vincere un concorso pubblico) ed è arrivata l’epoca dello smart working, del quiet quitting, della great resignation.
Molte, moltissime persone hanno riconsiderato le loro priorità e la loro soddisfazione lavorativa, dopo un periodo di riflessione durante la pandemia.
Io stesso ci ho pensato, lo ammetto.
Non di scappare da Zandegù, ci mancherebbe, ma di immaginarmi a fare lo stesso lavoro non in un interno cortile di Parella, ma su un’isoletta greca. Potrei farlo, probabilmente. In fondo mi basterebbero una connessione e un portatile. Ma *vorrei* farlo? Lasciare qui amici, famiglia e colleghi? Non credo di essere pronto, in fondo sono la stessa persona timorosa di un tempo, ma ammiro chi lo fa e chi con il suo lavoro riesce a costruirsi una nuova quotidianità.
Rivoluziona la tua vita lavorativa: il nostro nuovo manuale
Perché ti dico tutto questo? Perché a giugno dell’anno scorso abbiamo ricevuto un’email dalla consulente di carriera Fulvia Silvestri e il tema era proprio il cambiamento. Fulvia, dopo 20 anni di lavoro dipendente, ha mollato il posto fisso e iniziato una felice carriera da freelance. Ci ha scritto per proporci un ebook per aiutare chi si trova assalit* dai dubbi e in una difficile fase di transizione lavorativa.
Così è nato il nostro nuovo manuale: Rivoluziona la tua vita lavorativa. Come fare il grande passo verso un futuro migliore.
Molti e molte di noi si ritrovano in una vita lavorativa che sembra andare in una direzione sbagliata. Ci si sente intrappolat*, insoddisfatt*, frustrat* e pers*, ma non c’è motivo di disperare. Un cambiamento può essere la soluzione che stai cercando per uscire da questa situazione.
Il cambiamento può anche essere piccolo, l’importante è che sia utile a produrre una trasformazione efficace e salutare, che ti dia la possibilità di uscire dal luogo, fisico e mentale, in cui ti trovi adesso; un posto che, per qualche motivo che neppure ricordi, è diventato la tua gabbia dorata.
E non è lì che vuoi rimanere.
Cosa trovi nel manuale Rivoluziona la tua vita lavorativa
In Rivoluziona la tua vita lavorativa troverai domande, risposte e spunti di riflessione per accompagnarti in un percorso non privo di ostacoli, ma che è anche l’unico modo per crescere, realizzare ciò che sogni e diventare chi vuoi essere.
Se al momento sei un* dipendente, vuoi diventare freelance e hai tanti timori, questo libro è per te.
Se sei già freelance e vuoi cambiare o migliorare la tua situazione lavorativa, questo libro è per te.
E se stai pensando di poter essere e fare qualunque cosa nel tuo futuro, questo libro è ancora di più per te.
Non importa dove ti trovi nella tua vita lavorativa, ci sono sempre opportunità per cambiare e migliorare. Il cambiamento può essere spaventoso, ma è anche emozionante e ti darà la possibilità di creare la vita lavorativa che desideri.