Capita di viaggiare e non seguire una guida o una mappa: è bello perdersi. Se lavori in proprio, perdersi non è per niente una bella idea. Per questo è importante avere una strategia di branding che ci dice qual è la nostra meta e tutti i passi per raggiungerla. Se rimaniamo in questa analogia, invece di comprare il biglietto, fare la valigia, scegliere l’hotel, prendere l’aereo, nella strategia di branding ci sono altri step, altrettanto entusiasmanti.
Se vuoi seguirmi in questo articolo ti spiegherò:
Cos’è il branding?
Il branding è quell’insieme di attività che aiutano a costruire una marca, un brand. Avere l’idea di mettere su una piadineria, è ben diverso dal fare branding.
Il branding prende quella piadineria e:
- la distingue da tutte quelle più famose
- la mette sulla mappa (anche letteralmente con un profilo attività su Google)
- le dà una personalità unica che permette alle persone di capire che, tra le decine e decine di catene di fast food in generale e di piadine in particolare, vuole proprio te.
Non vuole la piadina del super, ma vuole uscire per mangiare la tua. Perché è buona, ovvio. E perché il tuo prezzo è conveniente, certo. E anche, e soprattutto, perché tu hai un modo di fare, dei valori e un punto di vista unico che ha creato sintonia. Proprio come capita con le persone: non si diventa amici di tutti, ma solo di chi è affine a noi. Coi brand, è la stessa musica.
In poche parole: il branding è un insieme di attività che ti connette alle tue persone, le colpisce e ti fa ricordare a lungo.
A cosa serve?
Il branding, quello fatto bene serve essenzialmente a:
- scavare uno spazio nella mente delle persone: quando avranno fame, verrai in mente tu e non un altro
- renderti un marchio a 360°: non sei l’insegna sulla porta o un semplice nome. Sei un brand. Sei come La Piadineria, se solo vuoi crederci abbastanza
- colpire l’attenzione (bassa) delle persone
- farsi scegliere per la tua professionalità, ma anche…
- per i tuoi valori di brand che parlano alle emozioni (la pancia) delle persone
- connetterti al target desiderato
- aumentare il tuo fatturato
- sbaragliare o limitare la concorrenza
- renderti autorevole, perché non sei il semplice bar che fa piadine, come ce ne sono a milioni
- farti ricordare dal target
- rendere il target fedele: non se ne va con la prima nuova piadina che arriva sul mercato
- far parlare di te le persone, che così fanno pubblicità al posto tuo, facendoti risparmiare
Per quali brand è indicato
Chiunque non sia un o una hobbista può fare branding. Ovviamente non è obbligatorio perché, come tutte le attività strategiche, richiede riflessioni, obiettivi chiari, lungimiranza e investimenti.
Detto questo, dall’azienda al freelance, ogni marchio può beneficiare degli effetti del branding. Non c’è mai un danno nel risultare più consapevoli e professionali, no?
Quando è indicato?
Il branding è un’attività che può essere messa a budget appena aperta la partita Iva, per partire subito col piede giusto; ma non è un problema occuparsene anche in media res.
Spesso, con gli anni, si mettono a fuoco nuovi obiettivi e si cambiano i prodotti o il target: il lavoro in proprio non è una linea retta. Quando i cambiamenti sono sensibili e si vogliono evidenziare al meglio, si può pensare a un rebranding che di solito mette meglio a fuoco i valori del brand, i suoi obiettivi, il target e la nuova linea comunicativa.
Un rebranding è un’azione da ponderare bene, perché è un po’ come rasarsi i capelli a zero dopo una tinta sbagliata. Bisogna pensarci attentamente, perché poi non si torna indietro. Va detto che la maggior parte dei brand, prima o poi, passano attraverso un rebranding, più o meno radicale, perché è quasi impossibile non evolvere e cambiare.
Cos’è una strategia di branding?
Una strategia di branding è un piano d’azione per arrivare ai tuoi obiettivi. Di solito ha la forma di uno o più documenti in pdf, ricchi di analisi, tabelle, testi e spunti che il consulente di marketing, come per esempio noi di Zandegù, ha elaborato dopo lunghe conversazioni col cliente e una capillare raccolta dei dati disponibili. Questo pdf è utile al cliente: può consultarlo al bisogno e avere una sorta di Bibbia del suo brand con i punti fondamentali e gli obiettivi da raggiungere.
La strategia è un termine tipico della guerra. Una volta si doveva capire come sbaragliare l’esercito nemico sul campo di battaglia a suon di arcieri, fanti e cavalieri. Nel caso del branding, la strategia ci dice, per esempio, come trovare il target giusto, cosa fare se si vuole fatturare un TOT in un anno, quanto investire in adv se si desiderano TOT iscritti alla newsletter, se ha senso avere una newsletter e via discorrendo.
Spesso i confini tra branding e comunicazione sono parecchio sfumati.
Perché avere una strategia di branding?
È utile avere una strategia di branding per non andare alla cieca. Cioè, bello correre da soli e con un semplice coltello da cucina incontro a un nemico armato/a fino ai denti di missili e caccia, ma diciamo che il finale è piuttosto facile da immaginare.
La strategia di branding, lo dicevo qualche riga fa, aiuta a sapere dove si va e quale sarà il percorso. Poi potrebbero esserci delle deviazioni, certo, ma almeno si ha una linea guida che aiuta a non perdersi del tutto.
La strategia aiuta a mantenere il focus sulla destinazione, sull’obiettivo, per non farsi distrarre da sirene che potrebbero portarci all’improvviso ad appassionarci ad altro, rivolgerci a un target diverso e a fare investimenti poco oculati.
La strategia è un salvavita che tutti i brand professionali hanno, per poter operare nel modo più consapevole, coerente ed efficace.
Come si struttura una strategia di branding
Qui da Zandegù, creiamo le strategie di branding seguendo questo metodo, collaudato in tanti anni di attività.
Partiamo con un lunghissimo questionario, utile per ottenere molte informazioni dal cliente. Potrebbe essere una call? No. Semplicemente perché alcune domande per noi indispensabili, richiedono un minimo di riflessione e in call si finisce con il fare scena muta o dire cose come: “Ci penso e poi ti dico”. Solo che poi nessuno dice più nulla. Col questionario si hanno risposte precise, in tempi rapidi.
Una volta ricevuto il questionario, lo studiamo e solo allora facciamo un incontro di confronto con il o la cliente. È il momento per dissipare dubbi e spiegare le prime riflessioni fatte.
A questo punto ci facciamo mandare un po’ di informazioni: accessi al sito, Google Analytics, report delle newsletter, insight dei social, eventuali precedenti strategie/consulenze, dati di vendita e analisi del target (se presente).
Una volta in possesso di tutte queste informazioni, possiamo partire per la stesura del primo report in pdf della nostra strategia di branding che si occupa di analizzare questi aspetti:
- personalità di brand
- definizione golden circle
- mission del brand
- vision del brand
- value proposition del brand
- buyer persona
- empathy map
- need grid del target
- analisi dei competitor
Dopo la consegna del report, sentiamo il o la cliente per parlarne insieme, raccogliere le sue impressioni, dubbi, domande, richieste di modifiche.
Passiamo allora al secondo report in pdf della strategia di branding che contiene:
- customer journey
- tone of voice del brand
- moodboard del brand
- tempi pilastro per la comunicazione
Anche stavolta seguono la consegna report e una call finale di confronto.
A questo punto il o la cliente ha tutto quello che gli/le serve per avere una panoramica e delle linee guida precise sul suo brand e su come presentarlo al mondo.
A questo lavoro strategico si possono affiancare altri lavori preziosi:
- definizione visual identity
- creazione logo design
- stesura manuale completo del tone of voice
- piano editoriale di comunicazione con calendario
- realizzazione o aggiornamento sito
- produzione contenuti organici e per l’advertising e loro gestione
Cosa ti consente di fare in concreto una strategia di branding?
Quando si riceve la strategia di branding, si reagisce in due modi, spesso consequenziali:
- entusiasmo nel vedere quanto il proprio brand sia articolato, abbia potenziale, sia diventato grande, abbia le carte in regola per giocare alla pari con i competitor;
- confusione: e mo’ che so tutte queste belle cose teoriche… che ci faccio?
Ecco, in pratica, cosa puoi fare con una strategia di branding:
- conoscere bene il tuo target ti permette di metterti meglio nei suoi panni quando progetti prodotti/servizi o contenuti per lui/lei;
- se sai come, cosa e a chi vendono i tuoi competitor puoi fare degli aggiustamenti nella tua offerta (qualitativi, di forma, di prezzo, di posizionamento) per distinguerti in modo netto;
- se sai come parlare al tuo target e quale tipo di personalità ha il tuo brand, sei in grado di mettere le basi per una campagna promozionale utile a far conoscere il tuo brand;
- se conosci gli argomenti pilastro del tuo brand, potrai impostare una strategia di comunicazione precisa che li includa, in modo da renderti autorevole e riconoscibile dal pubblico perché parli di certi temi e non di altri;
- se sai quali sono i tuoi valori e la tua mission, sarà più facile scrivere i testi sul tuo sito;
- se conosci a fondo i tuoi obiettivi, sarà più facile progettare i passi per raggiungerli, per esempio quali investimenti fare e quali evitare, decidere se fare o meno advertising online o offline, partecipare a certi eventi, scrivere un libro, introdurre nuovi prodotti alla tua offerta, fare upselling, acquisire o meno nuovi professionisti/e che ti aiutino.
Con una strategia di branding sei più preciso/a, consapevole, acuto/a, focalizzato/a e professionale: tutte caratteristiche fondamentali per avere un brand sano e che può andare lontano.
Il tuo brand ha bisogno di una strategia di branding? Siamo qui!