Marianna con mano
Marianna con mano
22 Novembre 2018

Il peso delle cose negative

Quando ero piccola andavo al mercato con mia nonna Alice. Si andava molto presto, un po’ perché mia nonna era moooooolto mattiniera, un po’ perché nella famiglia Martino c’è sempre stata questa concezione che se vai all’alba c’è meno gente (e anche meno sonno, dico io, ma vabbè). Comunque, sto divagando.

Al mercato con mia nonna

Negli anni ’80 c’erano ancora tantissimi banchi che pesavano mele e pere con la “stadera”, una bilancia antichissima, formata da un piatto attaccato, tramite due catene, a una sbarra di acciaio graduata, sulla quale scorre un peso. Penso che il principio che la fa funzionare sia quello di pesi, contrappesi, leve e altre robe che non so cosa siano perché, d’altronde, io non so fare 150€ diviso 3 (true story, ci sono molti testimoni, porca vacca).

Insomma, il mercataro prendeva le mele, le metteva sul piatto e, spostando il peso sulla sbarra, determinava il peso e di conseguenza il prezzo, che scriveva a matita sulla carta avana di un sacchetto.

Prendere il peso delle mele richiedeva un po’ di tempo. Parliamo di qualche secondo, certo, ma rispetto alle bilance elettroniche di oggi, era comunque di più.

Il cuore è una stadera

Valutare il peso di certe cose non è immediato quindi. E il nostro cuore, o il nostro cervello chissà, è come una stadera. Ci va un attimo. Bisogna spostare il pesetto per capire il peso di certe cose.

A volte il risultato non è precisissimo e si finisce col confondersi, specie se in matematica si è una mezza pippa come me.

Così, capita, più spesso di quanto uno vorrebbe, che cose minime, vuote, cave, senza sostanza e negative, pesino come macigni.

Magari…

Magari hai 10 recensioni positive, anzi cosa dico, bellissime sui tuoi prodotti e 1 negativa. E finisce che passi le ore a torcerti le budella chiedendoti: “ma ‘sto stronzo, ma come si è permesso, ma non è vero, ma cosa dice, ma non sa che”, e via così. Per ore. Con 10 recensioni positive.

Magari qualcuno parla online di te, ma in modo velato, senza manco taggarti e tu comunque lo vieni a sapere e “porca miseriaccia che rabbia! Ora gliela faccio vedere io, ora gliene dico quattro, ora rispondo, ma come osa” e via di sangue marcio, anche se il post in questione ha 3 commenti e nessuno si fila la sua polemica.

Magari, dopo un anno di lavoro, fai il lancio del tuo nuovo prodotto, sei euforico e, 10 minuti dopo, ricevi un’email tremenda da un cliente che è arrabbiatissimo con te per altre ragioni, ragioni sufficienti però per coprire tutto come una nebbia. E rendere invisibile il lancio che avevi aspettato tanto.

Magari, dopo una vacanza di 2 settimane a Bali, riposato, abbronzato, un po’ di panza per i troppi gelati, torni, ti hanno perso le valigie e ciao, peggior vacanza dal 2002.

Le cose negative rotolano

Quindi, le cose negative hanno un peso tutto loro. Sono piccole, insignificanti, nulla se messe a confronto con le cose belle, coi successi, coi commenti positivi che ti scrivono, ma pazienza. Le cose negative pesano di più. Schiacciano tutto. Sono la pietra rotante di Indiana Jones. Tu non stai manco a badare alle cose razionali: cerchi solo di scappare e salvare il cappello.

È l’incapacità di godersi le cose belle, insita nell’animo umano perennemente insoddisfatto? O davvero le cose negative hanno un peso diverso?

Come probabilmente avrai intuito, io sono una di quelle persone per cui la minima cosa negativa scurisce tutto, come l’inchiostro nero di un polpo spaventato. Sono 35 anni che son fatta così, ogni volta provo a farmi scorrere le cose, fare spallucce, ridimensionare, razionalizzare, farmi una risata, uscire per quattro passi, ma niente. Non ha mai funzionato nulla. Mi girano le palle. Stop.

La storia della mela marcia

È davvero un peccato che cose così piccole e tanto insignificanti sappiano rovinare il buono che c’è. Che la solita unica mela marcia comprometta il cesto.

Però dopo che mi son tanto girate le palle faccio un’altra cosa. Mi fermo un attimo e cerco di guardare razionalmente alla critica e a capire se c’è qualcosa di buono, di costruttivo, di valore, di senso. Purtroppo al 90%, queste critiche sono sterili: quindi le rileggo e le palle riprendono a girare. Invece, per il 10% si può imparare qualcosa. Migliorarsi davvero. Girano le balle comunque, te lo dico, ma si può far tesoro di una critica, anche se espressa male.

Sarebbe bello, che siano costruttive o no, riuscire a dare il giusto peso alle cose negative, con quella nostra stadera interna. Ma è difficile. E tu? Ci sei mai riuscito?

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