Cervello
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12 Aprile 2018

Gestire lo stress è una ca***ta

[Se anche tu sei un tipetto nervoso e control freak come me, questo post è per te]

Ho cercato su Wikipedia e lo stress è una sindrome da adattamento che serve a ristabilire uno stato di equilibrio, quando quest’ultimo va a farsi benedire a causa di fattori esterni.

Quali sono questi fattori esterni (detti stressors)? Possono essere fisici (tipo se stai 3 mesi in Alaska al gelo magari ti prende male), ambientali-culturali (il vicino di casa che ascolta Despacito alle 3 di notte a tutto volume e non ti fa dormire da mesi), psicologici (se hai il colloquio della vita con Google, quello che ti darà il lavoro che hai sempre sognato, per il quale hai studiato 20 anni, preso 3 master e ipotecato casa e amore), affettivi (se la/il tipa/o ti lascia per un altro/a), alimentari (tipo quegli 11 caffè che bevi ogni giorno).

E poi, ovviamente, c’è lo stress specifico da lavoro. Le deadline serratissime, i rapporti tesi con capo e/o colleghi, i conti che non tornano a fine mese, le idee che languono, le troppe cose da fare e poche ore nella giornata, le troppe spese, i clienti con richieste assurde, gli investimenti sbagliati e via discorrendo. Suona famigliare, vero?

Se digiti su Google “stress + lavoro” salta fuori un articolo di Riza Psicosomatica che, all’interno, riporta le seguenti parole: “Cibo sano, riposo, movimento: gli antistress più efficaci”. Ecco, ma se tu leggi una cosa del genere cosa ci vuoi dire a Riza Psicosomatica? Io penso di saperlo. Immagino sarà quello che ho detto ad alta voce pure io:

E ‘STI CAZZI! GRAZIE, NON L’AVREI MAI DETTO!

Veniamo a me? Dai, un po’ di sano egocentrismo. Io non sono stressata, sono oltre. Sono praticamente arrivata al Nirvana dello stress, sono illuminata, sono Osho (visto che ormai non si parla d’altro!).

Perché sono stressata?

Perché sono fatta così. Perché non ho mai imparato a coltivare (e forse manco ad apprezzare) la calma. Perché mi prendo male per tutto. Perché, nel dubbio, io mi preoccupo. Perché ogni singola cosa di Zandegù mi sta a cuore. Perché dagli altri pretendo 100 (su una scala da 1 a 10) e da me 200. Perché ogni minimo imprevisto, intoppo, minuzia che va diversamente da come l’avevo preventivata, secondo il mio rigidissimo schema di controllo para-talebano, io la vivo come una tragedia immane, come lo tsunami alle Maldive del 2004. L’ho già raccontato più volte: vivere così è una fatica, lo so. Non riesco a trovare un modo per vivere più zen. Io vivo Zan. Ahahhahah! Che battuta incredibile!

È una fatica per me, è una fatica per chi lavora con me.

Chi, noa?

Io ci ho provato a fare le passeggiate rilassanti, lo yoga meditativo, lo spinning sfogativo. Ci ho provato con la dieta sana fatta di quinoa, gallette di riso, yogurt magro, pesce e verdura. Ho dato una chance alle tisane alla melissa e alle goccine di biancospino. Ho tentato con i power nap, con le giornate di “stacco”, con gli “esco prima dal lavoro stasera e mi prendo del tempo per me”.

Il punto non è che lavoro troppo e non trovo il tempo per vivere la mia vita, perché di tempo per me ne ho. È vero, lavoro tantissimo, ma riesco anche a farmi lunghe domeniche a dormire o ad andare per musei. La sera mi rilasso davanti alla Tv, vedo gli amici, esco, vado anche a ballare ogni tanto.

Il punto è che quelle 8/10 ore che passo al lavoro le vivo come le vivo. Cioè a modo mio.

E dopo anni di: dovresti provare con i massaggi, dovresti provare il limone alla mattina, dovresti provare a FARTI-SCIVOLARE-LE-COSE-ADDOSSO (ahahahhahahahhahaha!) io ho finalmente capito una cosa mega importante sullo stress e ora te la dico.

Gestire lo stress è una cazzata!

Basta, lasciamoci travolgere. E guarda che per me lasciarsi travolgere ha un senso ben preciso.

Non vuol dire certo schiacciare il bottone “Ok, panico!” e correre con le mani nei capelli, urlando per l’ufficio, senza direzione, come una gallina a cui hanno tagliato la testa.

Vuol dire diventare indulgenti con se stessi. Se anche tu sei un tipetto nervoso e control freak, ti devi dare un lasciapassare su certe cose. Non puoi essere troppo severo con te stesso. Lo sei già nel lavoro, se ti pigli male, pace. Non puoi anche punirti per come gestisci le cose.

La vita è fatica, il lavoro in proprio è fatica, le telefonate con il commercialista quando ti accorgi di aver fatto l’ennesima cazzata perché lui si è spiegato a cavoletti di Bruxelles e tu non hai capito un tubo sono fatica, i collaboratori sono fatica, i file di Illustrator sono fatica.

Non è mica MasterChef

C’è chi naturalmente è imperturbabile come Mentana e chi invece scatena il Vittorio Sgarbi che è in lui, urla capra-capra-capra e sbraga.

Non voglio certo fare un elogio agli stravizi, ma voglio dirti che se una sera sei bollito e vuoi farti una birra in più, bevitela! Se una volta un post proprio non riesci a scriverlo e son due ore che cincischi al pc, basta, alzati a va’ a casa, non muore nessuno. Se ricevi una notizia che ti fa girare i maroni e inizi a smadonnare per 10 minuti a squarciagola senza vergogna davanti ai tuoi colleghi, pazienza, prima o poi capiterà anche a loro e se non capiterà, di nuovo, pazienza. Se intorno a te sono tutti che mangiano bulgur e cicoria al vapore e tu torni a casa e riesci solo a farti un pacchetto di tortelli Giovanni Rana con un po’ di olio e parmigiano, va bene lo stesso, non è MasterChef, è la vita. Se consegni un progetto in ritardo di un giorno, per una volta, non crocifiggerti, poteva essere una settimana. Se un giorno rispondi male a qualcuno, non va bene, ma pazienza, scusati più che puoi e torna a occuparti di cose più importanti.

Pessuno è nerfetto

Lo stress è una sindrome di adattamento a fattori esterni che ci mettono a dura prova. Adattiamoci come possiamo. Miriamo a fare del nostro meglio giorno dopo giorno. Se falliamo di tanto in tanto, io dico: pazienza! Siamo umani. Facciamo del nostro meglio, anche nel nostro peggio.

Quindi, my friend, se oggi è una di quelle giornate stortissime come manco una torre di Pisa: esci prima, vai a ballare anche se è mercoledì sera, urla, asciuga gli amici con dettagliati resoconti delle tue sfighe lavorative, urla ancora, fumatene una e anche due, prendi una birra, vai a dormire alle 8 per la stanchezza, cena con un toast davanti alla Tv. Fai come riesci. Pessuno è nerfetto.

Con amore e ansia e indulgenza,

la Zandezia

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