Fuori dal tunnel di Pinterest
Fuori dal tunnel di Pinterest
8 Settembre 2016

Fuori dal tunnel di Pinterest

C’è gente che la sera, prima di addormentarsi fantastica su Brad Pitt o Gigi Hadid.

Io, da novembre del 2015 (quindi – ARGH! – quasi un anno fa), mi immagino pornograficamente come sarà la Zandecasa. I primi tempi pensavo alla disposizione degli spazi: dove mettiamo le aule, dov’è meglio che stia il bagno, la porta la facciamo di qui o di lì.

Con il tempo, le fantasie sono diventate sempre più sofisticate e, negli ultimi tempi, sembrano ormai un vero catalogo Ikea: ci sono persino gli accessori e, a volte, pure delle didascalie col prezzo.

Overdose di bacheche

L’aspetto estetico degli spazi è importantissimo e, credimi, lo so molto bene: ho preparato tipo 50 bacheche di ispirazione su Pinterest, infracicate di fantastiche foto di questi uffici ammerigani bianchissimi (con qualche tocco dorato) provvisti di mini scrivanie – vuote – con sopra una pianta, un Mac – rigorosamente senza cavo – e quattro matite in un bellissimo barattolo. “Che ne pensi, Marco?” chiedevo al marito, mentre lanciava una Poké Ball verso la pizzeria Tropicana.

Ecco, io la Zandecasa me la immaginavo un po’ tipo uscita da Pinterest, ma – spoiler alert – non sarà così. Marco e io volevamo tanto poter ingaggiare un designer di interni ma, guarda un po’, quando c’è stato da scegliere se pagare lui o le tasse al comune, hanno vinto la tasse al comune.

Così ci siamo arrangiati o meglio: ci siamo arresi. La Zandecasa sarà carina, curata, sicura, calda, ma sarà anche imperfetta. I colori non saranno necessariamente tutti coordinati, ci saranno un saaaaaacco di mobili di Ikea invece che di Philippe Starck. Ci saranno cose viste e stra-viste, che però ci piacevano, e cose assurde come il tavolino koala: insomma, alla fine, a pensarci bene, ci assomiglierà molto e penso che, comunque, avremo tempo e modo di perfezionarla negli anni.

Sì, ma come sarà?

Innanzitutto, ci saranno due aule, il cuore della sede. Ci teniamo così tanto che le abbiamo persino battezzate. La più grande si chiamerà Aula Sandra. La piccola, Aula Raimondo. E ho detto tutto.

Immagino già le scene: “Prego, accomodati pure in Aula Sandra ché il corso Narrativa 101 inizia tra 5 minuti”.

In 3 anni di sale affittate in giro per Torino abbiamo imparato molto e crediamo di aver messo su due aule coi controfiocchi, ma poi ci saprai dire: ci sono ovviamente banchi e sedie (le sedie le ho montate io, a una a una!), un fighissimo proiettore che mi lecco già i baffi (si vede da dio anche in piena luce, così puoi guardare le slide e prendere appunti), la lavagna e tante cosine sceme appese alle pareti. Metteremo delle super lampade a led, così anche in inverno ci sarà una luce bella che non stanca gli occhi.

No, le sedie di pelle umana non ci saranno

La sala comune sarà quella a tema circo Barnum: non ci saranno trapezisti ma un caos colorato e casuale di cose. Ci sarà un salottino-sala d’aspetto con divano, sedie comode e tavolini. Metteremo una libreria con un po’ di libri che ci piacciono e che potrai sfogliare. Ci sarà un mini-angolo cucina: questo, a dirla tutta, lo useremo più Marco e io, ma sarà utile durante i pranzi dei corsi al weekend. Ci sarà un fantastico frigo retrò, di quelli bombati e col maniglione: è azzurro cielo e non vedo l’ora di usarlo. Ci sarà del giallo alle pareti e un sacco di soprammobili scemi.

Il bagno è minimal: sono due (maschi e femmine) e saranno piastrellati di bianco e grigio antracite.

Avremo un sacco di finestre e piante, perché Marco ha il pollice verde e, pensa, abbiamo già comprato persino lo zerbino!

L’avrai capito: non stiamo più nella pelle! Non vediamo l’ora che le aule si riempiano di persone che imparano e lo spazio comune (dobbiamo trovargli un nome!) di gente che cazzeggia e ride e fa amicizia. Non vediamo l’ora di andare a lavorare lì, invece di stare qui in casa: prendere la metro, scendere a Pozzo Strada, infilare la chiave al 18 bis di via Exilles ed entrare, felici, nella nostra nuova Zandecasa.

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