Nave
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4 Aprile 2018

Come si cambia per non morire – Il mio talk al Freelance Day, parte 2

Nello scorso post abbiamo visto la prima parte del mio talk al Freelance Day (il 24 marzo a Torino da Toolbox), dove ti consigliavo 4 domande da farti per capire se, nel tuo lavoro in proprio, è arrivato il momento di cambiare qualcosina (anche cose non epocali, magari soltanto la strategia di Facebook o il corriere che consegna i tuoi prodotti). 4 domande utili a mettere a fuoco la propria situazione lavorativa.

Ok, ti sei fatto queste domande? Se hai più risposte Sì, come nei test di Cioè degli anni ’90, allora è arrivato il momento di cambiare. Ma come si cambia per non morire? Come si cambia in modo sensato? Ti suggerisco 4 cose da fare (secondo me), all’inizio di un cambiamento, per non fare scemenze.

1. Integrare i cambiamenti piano piano + fare un buon calendario marketing

Magari, arrivato a ‘sto punto, ti sarà venuta voglia di fare un minestrone di cambiamenti tutti insieme. Ecco, qua ti direi di fermarti un attimo e selezionare. Hai 10 cose che vorresti cambiare? Magari quest’anno inizia con 3-4, non fare come Brachetti che si cambia d’abito 100 volte in 5 secondi. Vai piano. Coltiva la calma. Sono tutti cambiamenti necessari, poi? Datti il tuo vero obiettivo di cambiamento dell’anno e perseguilo con costanza, sennò ti perdi.

E poi fa’ una scala di priorità dei cambiamenti che vorresti fare. Cosa devi cambiare davvero per prima cosa, per andare dove vuoi andare? E poi che altro? Ecco, fai una scaletta, come se fosse un romanzo.

Per esempio. Faccio sciarpe di lana e vorrei introdurre delle sciarpine di cotone per la bella stagione (l’ho dedotto grazie alle domande del precedente post). E vorrei integrare su Instagram, che per ora uso solo con le foto, le stories. E poi vorrei fare un periodo di sconti perché faccio solo i saldi. Bombetta! Diamo una priorità a queste tre azioni? Quale è più importante delle altre? Cosa dobbiamo fare concretamente per portarle avanti? E poi: non sarebbe bello concatenarle per renderle coese? Certo: quindi per esempio crea le sciarpe in cotone, usa le stories per raccontare il dietro le quinte della loro produzione e, quando le lanci, fai uno sconto per i primi che ti danno fiducia e le acquistano.

Segna queste attività sul tuo calendario marketing (giorno del lancio, in quali giorni faccio le stories, periodo dello sconto) e pianifica tutto per bene. È una barba, lo so. Ci sono attività più creative e divertenti, ma vedere le cose ben distanziate e programmate per tempo dà una grandissima soddisfazione, permette di lavorare con calma e in modo meno caotico, ti fa diventare un professionista con le idee chiare.

2. Verificare che la comunicazione vada di pari passo con il cambiamento

Come dicevo già prima, devi comunicarle queste novità: magari hai in mente un update di un tuo servizio, o un nuovo prodotto, o una nuova serie di contenuti video. Mi è capitato negli anni di vedere persone che lanciano prodotti nuovi, non vendono o non hanno like e si chiedono come mai. E poi scopri che non lo hanno detto a nessuno. O lo hanno detto, ma con un solo post che si è perso nei wall delle persone. La gente è sempre restia ai cambiamenti: quindi bisogna dare tempo al tuo target perché si abitui alle nuove sciarpe in cotone. Bisogna dirglielo e ridirglielo. Niente lanci in sordina, please! Perché magari la prima volta non era attento. Insomma, fai in modo che il calendario marketing e quello della tua comunicazione vadano di pari passo. Post, newsletter, stories, foto su Instagram, video: tutto deve andare nella stessa direzione del cambiamento principale dell’anno, per favorire il successo.

3. Non snaturarsi

Quando dico di non snaturarsi intendo, e la faccio esagerata, di non passare dal produrre sciarpe ad aprire un ristorante. Lo dico perché il pubblico potrebbe andare in confusione e non seguirti più, perché non saresti più credibile nella tua professione. Tieni sempre a mente la tua reason why, cioè il perché fai quello che fai. Hai presente Simon Sinek, no? (In caso approfondisci qui) Ecco: il perché, la mission, la cosa che ti spinge a uscire dal letto ogni mattina e a lavorare orgogliosamente in pigiama, se è salda e ti garba ancora, quella non va cambiata.

4. Si riparte quasi da zero

Bisogna avere la consapevolezza che quando si cambia non è proprio come ripartire da zero, ma quasi. Quindi non scoraggiarti se i risultati che speri di ottenere, dopo un cambiamento, non arrivano immediatamente e tutti d’un botto.

Ecco, ogni cambiamento, per fortuna o no, è un punto fermo. Si va a capo e si parte di nuovo. Certo, tu hai già un pubblico affezionato, hai gli altri prodotti che già vendi e che non hai cambiato di una virgola, hai una storia alle spalle, quindi insomma: qualche sicurezza ce l’hai.

I cambiamenti, si sa, fanno paura e la gente, come dicevo prima, a volte non è subito pronta a recepirli. Allora non farti venire un attacco d’ansia se le cose non vanno a bombazza subito. Se non riesci entro fine anno a farti il Ferrarino che tanto volevi o quei party con nani e cocaina come DiCaprio in The wolf of Wall Street. Magari, se è il momento di cambiare e ti adoperi in questo senso, farai il botto subito. Più probabilmente le cose andranno con lentezza. Ma questo non deve certo spaventarti: se hai fatto i compiti prima (cioè se ti sei fatto tutte le domande viste nello scorso post e se hai lavorato con calma dopo, grazie a questi 4 punti che ti ho raccontato oggi), magari piano, ma andrai lontano.

Concludiamo?

Sì, concludiamo! Siamo alla fine di questo talk. Come si vede, e io sono la dimostrazione vivente, si può cambiare senza morire. Noi di Zandegù lo abbiamo fatto spesso in passato e continueremo a farlo. Non ho saputo darti certezze su come farlo al meglio perché purtroppo non ce ne sono e chi dice il contrario mente sapendo di mentina. Ma spero che le mie parole ti abbiano fatto venire voglia di mettere il cambiamento a calendario per questo tuo 2018!

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