Magari ti è capitato di vedere su Instagram Norma’s teaching: quasi 700 mila follower in un anno.
“700 mila? Scusa, ma ho capito bene?”
“Sì sì, hai capito benissimo”.
“Ma Instagram non era in declino, Marianna?”
“Guarda, di questo parliamo nella diretta del 23 giugno con Debora Dusina (è riservata agli iscritti alla newsletter e la facciamo su Zoom alle 18), però intanto ti posso dire una cosa: non farti prendere male. Mantieni la calma. Re-spi-ra!”
“Oddio, dammi un sacchetto che sto iperventilando!”
“No no no, serenità. Serenità. Posso darti una notizia? Questo è un caso da uno su mille ce la fa come cantava Gianni Morandi. Tipo l’Estetista Cinica che fattura circa 60 milioni di euro a 6 anni dal lancio della sua linea di prodotti per pelle e cellulite. O il TikToker Khaby Lame che in un anno arriva a 68 milioni di follower”.
Ci va PAZIENZA per crescere online: crescere come follower, iscritti alla newsletter, fatturato, clienti felici, dipendenti, eccetera.
Io mi rendo conto che ci sono persone che hanno scoperto Zandegù due giorni fa e pensano: “Cavolo, hanno tanti follower!”. Sì, ma è da quasi 10 anni che trottiamo e da quando siamo approdati su Instagram abbiamo pubblicato tantissimi contenuti: i primi tempi che ci siamo messi a fare sul serio (nel 2016), tutti i santi giorni. Per non parlare delle Stories, e dei video di IGTV e delle dirette ogni santa settimana per un anno e mezzo.
Botta di ciapets
Le cose possono andare bene per una botta di culo. E poi bisogna essere molto bravi a non farsi travolgere dal successo, a durare e capitalizzare per evitare di diventare una meteora.
Come capita moooooooolto più spesso, le cose possono avere un andamento lento. Servono anni per far crescere la propria community, si fanno tentativi ed errori, lanci di prodotto che non si fila nessuno e noi ci rimaniamo male, investimenti per niente azzeccati.
Ai corsi, mi capita di sentire persone che mi chiedono come fare a scrivere bene, in fretta e in modo efficace. Hai detto niente! La mia risposta, laconica è: SCRIVI. Ci sono delle regole di buon senso che si possono insegnare e infatti le insegno. Ma i risultati migliori si hanno esclusivamente con tanta pratica.
Il Gioco dell’Oca del business
Io non sono nata copy o consulente di comunicazione: ho provato, sbagliato, riprovato, sbagliato, migliorato un pelo, riprovato, sbagliato, finché mi sono sentita un po’ sicura. Ho ancora molto da imparare e la strada è lunghissima, ma non ho fretta. Ho coltivato la pazienza, perché il mio lavoro è sempre stato in salita.
Il percorso di un brand è un po’ come il Gioco dell’oca: ci possono essere partenze lente e poi rapide accelerate, grazie a duro lavoro e un lancio fortunato di dadi, che portano avanti di 10 caselle. A volte ti fermi un turno (spesso a bestemmiare), a volte indietreggi (i momenti peggiori) e poi torni ad avanzare, con la tua pedina, piano piano.
Il decalogo della pazienza
Ecco il mio decalogo della pazienza per chi è agli inizi e non sa bene che pesci pigliare e che aspettative farsi. Un decalogo che, a dirla proprio tutta, va bene anche per chi è in proprio da qualche anno e sente di essere un po’ impaziente.
- Lavora per costruire un business, non una fama (che si sa è passeggera per sua natura).
- Lavora per avere clienti fedeli e felici che parlano bene di te online, non follower effimeri.
- Se ci metti più anni di quel che pensavi per arrivare a certi fatturati non sei sfigat*: avevi solo fatto male i conti.
- Scrivere, fare bene le foto o i video, imparare a vendere e a comunicare sono materie difficili che necessitano di tempo per padroneggiarle: non pensare che tutto si impari con un corso di 3 ore o con un libro. Quelli ti danno le basi, poi ci va la pratica.
- Le cose belle capitano a chi sa faticare.
- Dati obiettivi SMART (specifici / misurabili / raggiungibili / rilevanti / con una scadenza precisa), sennò ti viene la frustrazione.
- Non essere (troppo) invidios* del successo altrui ma cerca di capire cosa puoi imparare dagli altri e applicalo al tuo business.
- Non pensare che follower e clienti cadano dal cielo: prepara un calendario di post, manda la newsletter, organizza un evento, programma i lanci di prodotto, fai un corso per imparare ciò che ancora non conosci bene.
- Confrontati coi tuoi colleghi per sentire anche la campana di chi se la passa come te e può quindi darti una visione più “umana”, spronarti a fare bene o dirti come migliorare.
- Toni Morrison ha pubblicato il suo primo romanzo a 39 anni. Ang Lee ha girato il suo primo film a 38 anni. Julia Child ne aveva 51 quando ha iniziato a occuparsi di cucina in Tv. Samuel L. Jackson è diventato famoso in tutto il mondo con Quentin Tarantino a 45 anni, nel 1994; il suo primo film è del 1972. Certo aveva partecipato già a film importanti, ma la vera svolta è stata Pulp Fiction. 20 anni di tentativi. Ti dice nulla sul perseverare e sull’avere pazienza?
Ti ho convint*? Tu hai già avuto grandi successi? O fai fatica? Hai voglia di raccontarci il tuo percorso e dirci come e se coltivi la pazienza in qualche modo?
PS: questo post è ispirato all’ottavo punto del decalogo #andiamoalsodo di Zandegù che puoi leggere sulle nostre Instagram Stories (in evidenza).