11 Maggio 2016

Come nasce un ebook: Scrivere email, costruire relazioni

Mamma quante email ho mandato nella vita!

Ho iniziato presto, verso i 15 anni (era il 1998) con un account libero.it che ho tenuto per una vita. Mi scrivevo con le mie amichette dell’estate e con i miei primi amori (mai corrisposti, ovvio!).

Poi ho iniziato a usarle per lavoro. Prima per cercarlo – e ho fatto anche delle cappelle pazzesche, tipo scrivere Caro XXX. Cioè, proprio scrivendo XXX invece del nome dell’azienda. Una cosa da sprofondare fino al centro della Terra!

Poi le ho usate per lavorare alla costruzione di Zandegù, per tenermi in contatto con gli autori e con i collaboratori. Insomma, tra mandate e ricevute si parla proprio di decine e decine di migliaia di email.

Pensavo di essere una specie di Jedi delle email. E invece…

Ho incontrato Annamaria Anelli a una festa a casa di amici. Mi pareva di un altro pianeta. Come parlava delle cose, la competenza che trasudava da ogni poro, le sue conoscenze di scrittura, il lavoro che faceva, quello di scribacchina, come ama definirsi lei. Cioè, una che aiuta le persone a raccontarsi in modo semplice e chiaro. Poi, ha ‘sto taglio di capelli incredibile che le invidio da morire, sempre perfetto. La immagino come le attrici dei film anni ’50 che, anche la mattina dopo, si svegliano phonatissime. Dovevo conoscerla meglio! Così, ho scoperto che non abitavamo distanti e l’ho invitata per un caffè.

Ci siamo corteggiate a lungo, lei mi ha proposto dei corsi, io gliene ho proposti degli altri, poi abbiamo iniziato a collaborare su Business Writing, ma di libri nisba, non si parlava.

Galeotto fu un pranzo

Finché a un pranzo con amici (oh, si vede che a noi di Zandegù ce piace magnà, eh?), Francesca Marano (sempre sia lodata perché mi dà ogni volta dei gran calci nel culo) dice: “Oh, ma fatelo un libro insieme, no?”. E Annamaria risponde: “Sai, avevo un’idea per un libro che parlasse di un tema a me molto caro: le email come strumento di relazione, perché non è che sono solo parole messe insieme. Dietro ci sono anche persone che comunicano“.

Bon, mentre addentavo mezzo chilo di torta al cioccolato con una palata di panna montata sopra, ero già innamorata e, stavolta, corrisposta!

Scrivere email, costruire relazioni

E così, tra un boccone e un caffè, è nato Scrivere email, costruire relazioni. Tecniche per non finire nel cestino che esce il 17 maggio in collaborazione con C+B e che puoi già prenotare ora cliccando qui.

Insomma, poco fa dicevo che mi sentivo uno Jedi delle email.

Poi è arrivata la prima bozza del libro di Annamaria e ho capito che no.

Che ci sono mille cose a cui uno non bada, trucchi e cose furbe da fare per sveltire e migliorare la comunicazione con collaboratori, colleghi, partner, clienti.

Annamaria ha diviso il suo manuale, che è davvero tutta sostanza, in tante schede tematiche, dove affronta una specifica gatta da pelare e spiega come: rispondere a clienti insoddisfatti; dire no a proposte di lavoro che non ci convincono (o che non possiamo svolgere in quel periodo), ma facendolo in modo tale che sembrino dei sì; come curare le email anche nell’aspetto visivo, perché sì, anche punti elenco, grassetti e spazi bianchi “parlano” e aiutano la lettura.

Bye bye Egregio signore!

Non solo, Annamaria ci racconta di come leggiamo sulla pagina e a video e come, quindi, è meglio distribuire il testo e le informazioni. Come fare per essere chiari, per perdere meno tempo e lavorare meglio. E come dire addio, una volta per tutte, a frasi che proprio non si possono sentire come Distinti saluti, Con la presente o L’occasione ci è gradita per porgerle i nostri ossequi. AIUTO!

Nel manuale troviamo tantissimi esempi di prima e dopo, link ad articoli per approfondire e una ricca bibliografia e sitografia.

Insomma, sono certa che questo manuale possa aiutare chiunque abbia a che fare quotidianamente con le email per lavoro e voglia usarle non più come uno strumento e stop, ma come un potentissimo alleato nella costruzione di migliori rapporti umani con colleghi e clienti e come alleato per lavorare meglio.

Che è quello che tutti vogliamo, no?

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